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PANDEMIA-CORONAVIRUS

2020 ANNO ZERO: come cambierà la nostra vita dopo la pandemia

 

Probabilmente la maggior parte delle persone oggi non ha ancora realizzato, ma forse lo farà presto, che le cose non torneranno più come prima né tra qualche settimana né tra qualche mese. Prima quindi inizieremo a interrogarci sui nuovi scenari che ci attendono da qui in avanti, prima riusciremo ad adattarci nel migliore dei modi alla nostra nuova vita.

Gordon Lichfield, Direttore del MIT Technology Review, il magazine della prestigiosa Università americana, ci aiuta a inquadrare come quanto stia accadendo nel mondo come conseguenza del Coronavirus, non sia certo destinato a sparire nel breve termine:

“Per fermare il Coronavirus dovremo cambiare radicalmente quasi tutto quello che facciamo: come lavoriamo, facciamo esercizio fisico, socializziamo, facciamo shopping, gestiamo la nostra salute, educhiamo i nostri figli, ci prendiamo cura dei nostri famigliari… Alcune cose non torneranno mai più”.

 

Tale scenario si basa sul presupposto, ormai con fatica accettato da tutti i Paesi del mondo, che l’unico modo per limitare i contagi è l’isolamento sociale, almeno fino a quando o non si trovi un vaccino oppure ci sarà un numero sufficiente di persone che dopo aver preso il virus risulterà immunizzata (anche se per adesso non sappiamo nemmeno con certezza se chi si ammala e guarisce risulta poi immune e per quanto tempo).

Ma quanto potranno durare allora le misure di isolamento sociale? Chi riguarderà e per quanto tempo? Quando potremo dire di aver vinto la battaglia contro il virus Covid-19?

Anche se potrebbe non piacerci, finché nel mondo qualcuno avrà il virus, nuovi focolai e quindi nuove epidemie continueranno a ripetersi e quindi saranno necessarie nuove misure di contenimento.

Secondo alcuni modelli che si stanno diffondendo sarà quindi necessario imporre misure di distanziamento sociale più estreme ogni volta che i ricoveri nei reparti di terapia intensiva iniziano ad aumentare in modo da non raggiungere la soglia critica, per poi allentarli una volta che i ricoveri diminuiscono con un meccanismo a fisarmonica che andrà avanti a lungo. Secondo questo modello il distanziamento sociale e la chiusura delle scuole dovrebbero rimanere in vigore per circa due terzi del tempo, quindi attivo due mesi e un mese di pausa, fino a quando non sarà disponibile un vaccino (non prima quindi di 18 mesi).

Aumentare le terapie intensive non servirebbe a risolvere il problema dell’isolamento sociale, perché senza distanziamento sociale e con tutte le forme di mitigazione sociale possibile (scuole chiuse, anziani a casa e quarantena per soli malati) le proiezioni indicano un aumento di malati gravi 8 volte superiore a quella che il sistema statunitense e britannico possono affrontare (Fonte, Ricerca Imperial College di Londra).

Il periodo di isolamento che stiamo vivendo quindi non sarà un’interruzione temporanea terminata la quale torneremo alla nostra vita precedente, bensì è l’inizio di uno stile di vita completamente diverso che riguarderà tutti gli essere umani.

Una cosa è certa: la reclusione in casa non appartiene all’essere umano e non può essere sostenibile per lungo tempo, quindi dovremo individuare nuove modalità di adattamento a questa nuova situazione.

Innanzitutto, ogni azienda che presuppone l’incontro in massa di persone dovrà rivedere il proprio business nel breve termine: teatri, alberghi, ristoranti, palestre, bar, discoteche, cinema, centri commerciali, fiere, concerti, musei, compagnie aeree e di crociera, trasporti pubblici, scuole e così via.

Diversi musei si stanno già attrezzando per permettere delle visite alle proprie opere d’arte in modalità online, per il momento in modo gratuito. Le nuove tecnologie con la realtà aumentata permetteranno di vivere l’esperienza in modo più intenso che non su un semplice schermo piatto.

 

MUSEI REALTA AUMENTATA

 

Le palestre inizieranno a vendere attrezzature per esercizio a casa e a fare sessioni online, oppure diventeranno dei centri sportivi in rapporto uno a uno in spazi più ridotti o ancora bisognerà prenotare in anticipo i corsi affinché non siano affollati.

I posti di lavoro oltre a utilizzare la modalità in remoto mediante smartworking, potranno richiedere all’ingresso l’uso di monitor che misurino la temperatura corporea, nell’Ospedale dove lavoro, il San Raffaele di Milano, questa indicazione è già stata prevista e attiva in questa fase per tutto il personale sanitario.

Discoteche, cinema, locali di aggregazione in genere potranno nel prossimo futuro richiedere una prova di immunità dal virus che dimostri che siamo guariti o che siamo stati vaccinati contro gli ultimi ceppi del virus.

Molti Paesi compreso il nostro stanno utilizzando i dati di localizzazione dei cellulari per visualizzare gli spostamenti, garantendo i dati sensibili della privacy. In futuro tuttavia ci si potrà spingere oltre, ad esempio rintracciando singole persone che sono state in contatto con persone infette.

Se vi sembrano scenari da fantascienza provate a immaginare se vi avessero raccontato delle attuali misure di sicurezza negli aeroporti prima degli attacchi terroristici dell’11 Settembre: eppure in breve tempo ci siamo adattati a controlli aeroportuali sempre più severi e oggi ci sembrano normali.

EVOLUZIONE UMANA

Dobbiamo mettere quindi in conto per il futuro che la sorveglianza invasiva e la limitazione dei nostri diritti di privacy, saranno un piccolo prezzo da pagare per godere della libertà di stare insieme con altre persone.

L’uomo più di ogni altro essere vivente nel corso dell’evoluzione ha saputo adattarsi e compiere dei salti evolutivi proprio quando si è trovato minacciato nella propria sopravvivenza, trasformando dei limiti in opportunità e migliorando la propria condizione.

Non c’è quindi motivo di pensare che non riusciremo a farlo anche questa volta, ci adatteremo a questa vita dopo la pandemia in cui molto non tornerà più come prima, ma questi sforzi ci saranno utili perché la razza umana sarà più attrezzata e pronta a contrastare nuovi virus con cui certamente nel corso dei prossimi secoli dovremo avere a che fare.

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